Sequestro da 26milioni di euro a Strada dei Parchi per i viadotti ammalorati

A conclusione di complesse indagini di Polizia Giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica
di Teramo, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno
eseguito un decreto di sequestro preventivo – ex art. 321 c.p.p. – di
disponibilità finanziarie, beni mobili, immobili, per un ammontare complessivo
di euro 26.714.224,94, nei confronti dei sei soggetti indagati che nel
tempo hanno assunto cariche apicali della “Strada dei Parchi S.p.a.” nonché di altre
2 società collegate.

Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le
Indagini Preliminari del Tribunale di Teramo, che ha accolto le richieste dei
PP.MM. titolari delle indagini, Dott.ssa Laura Colica e Dott.ssa Silvia
Scamurra, al termine delle complesse investigazioni originate da alcune
segnalazioni (successive ai tragici fatti
riconducibili al crollo del “ponte Morandi” di Genova
) che denunciavano lo
stato di evidente degrado delle pile dei viadotti della A24, e in particolare
di quelli ricadenti nel territorio teramano.

I
preliminari sopralluoghi e rilievi fotografici delegati al Nucleo di Polizia
Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Teramo, effettuati alle pile
del Viadotto Casale San Nicola del Comune di Isola del Gran Sasso, evidenziavano
lo stato di grave degrado (ossidazione dei ferri dovuta anche a cedimento
strutturale dei copriferri). Le indagini, sono state quindi estese anche ad
altri viadotti della stessa tratta autostradale (Cretara, S. Nicola 1 e 2, Le
Grotte, Cerchiara), sempre insistenti sui territori dei Comuni di Isola del
Gran Sasso e Colledara.

Le ispezioni svolte, anche con l’ausilio di appositi
Consulenti Tecnici nominati dai PP.MM. titolari delle indagini hanno permesso
un approfondimento tecnico delle infrastrutture, rilevando criticità su alcune
delle pile e degli impalcati costituenti le opere d’arte oggetto di indagine,
ovvero: “ammaloramento” evidente dello strato di calcestruzzo posto a
protezione dei ferri d’armatura (c.d. strato copriferro); danneggiamento delle
canaline di raccolta e dei discendenti che convogliano le acque di dilavamento
provenienti dalla sede autostradale; grave stato di ossidazione dei ferri delle
armature esposti agli agenti atmosferici a causa della mancanza dello strato
copriferro.

Numerose le acquisizioni documentali effettuate presso
i competenti uffici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di Roma, la
sede della società Concessionaria Strada dei Parchi Spa, e la Magistratura
Amministrativa (Tar Lazio e Consiglio di Stato).

 

Le molteplici audizioni di Dirigenti e Funzionari del
citato Ministero e dei responsabili della società oltre che le preziose consulenze
tecniche eseguite dal Prof. Berardino Chiaia del Politecnico di Torino, hanno
condotto a contestare plurimi gravi fatti di reato di “Inadempimento di contratti
di pubbliche forniture”
(art. 355 co. 1 e 2 n. 1 c.p) e di “Attentato colposo alla sicurezza
dei trasporti e disastro colposo”
(art. 432 co. 1 c.p.).