Una sanità regionale in gravissimo affanno per via del covid e
le conseguenti dure ordinanze di chiusura si riflettono negativamente sul
nostro sistema economico e quindi sociale. È netto il giudizio di Michele Lombardo,
segretario generale Uil Abruzzo, intervenuto nei giorni scorsi al tavolo di
confronto online con l’Assessore alle attività produttive Daniele D’Amario,
prima della nuova ordinanza che ha collocato l’Abruzzo nella zona rossa, con
tutto quel che ne consegue in termini di limitazioni e chiusure e sofferenze
per le imprese, il commercio, la ristorazione e via dicendo.
“Un giudizio – dice Lombardo – che non ho nascosto all’assessore
D’Amario, che mi auguro abbia riportato al presidente Marco Marsilio, invitandolo
a prendere coscienza di una situazione sotto gli occhi di tutti: nonostante ci
siano stati mesi per agire, e nonostante i numerosi gridi d’allarme, l’Abruzzo
si è fatto trovare impreparato di fronte all’ampiamente preannunciata seconda
ondata. Così, l’ingresso nella zona rossa, non ancora imposto dal governo
nazionale ma autonomamente deciso dalla Regione, è stato dettato non tanto per
il numero di contagi o per l’indice di contagiosità ma, invece, per l’affanno
del sistema sanitario, con ospedali sotto pressione, personale sanitario di
nuovo allo stremo, Asl in ordine sparso, assistenza territoriale molto carente
e organizzazione della rete ospedaliera insufficiente a rispondere
efficacemente alle crescenti necessità del momento. Sia ben chiaro: come Uil
non ci siamo opposti a questo provvedimento, considerandolo inevitabile
vista la gravita della situazione, e per il bene del nostro territorio, di
concerto con Cgil e Cisl, abbiamo chiesto che almeno le scuole non fossero
interessate dalle chiusure, allineando l’ordinanza regionale all’ultimo
Dpcm. Rimane il fatto che abbiamo ribadito per l’ennesima volta ciò che
sosteniamo da mesi: l’autosufficienza di questa giunta, che fugge da veri
tentativi di confronto con le parti sociali, non porta da nessuna parte,
soprattutto in una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo. E,
purtroppo, le decisioni difficili di questi giorni sembrano darci ragione. Basta
inseguire la pandemia: è giunto il momento di anticiparla, avviamo da
subito un vero tavolo di confronto per riprogrammare la sanità regionale ed
evitare che l’affanno del sistema paralizzi tutto il sistema economico
abruzzese, con sicure e pesanti conseguenze su una società già fiaccata da
crisi precedenti che proprio da noi tardano a scomparire”.