“Siamo sempre in fila ma siamo i primi ad essere dimenticati”. Suona così la denuncia del Nursind, il sindacato degli infermieri, che a fine screening per la popolazione scolastica torna a sollecitare il pagamento di tutte le indennità (a cominciare da quella Covid) evidenziando ancora una volta come gli infermieri siano sempre stati in prima linea “ritenendo prioritario garantire la riuscita di un servizio utile per le famiglie giustamente preoccupate per l’impennata di contagi”. Il segretario del sindacato Giuseppe De Zolt, in una nota in cui ringrazia tutti i colleghi del comparto per il lavoro volontario svolto nella tre giorni di tamponi, si sofferma “sulle modalità previste dalle istituzioni che hanno organizzato la campagna. A partire proprio dell’ennesima “chiamata alle armi” del personale sanitario, infermieri in primis, al quale è stato chiesto l’ennesimo sacrificio in questa battaglia contro il Covid, che dura ormai da due anni. Sarebbe un paradosso se passasse un messaggio distorto, che attribuisse meriti per la campagna di screening a Regione Abruzzoe Asl senza rimarcare il ruolo fondamentale e decisivo di infermieri e medici che, con grande senso civico, hanno risposto ancora una volta presente, nonostante l’indifferenza della politica per le condizioni di lavoro, nonostante i mancati riconoscimenti per gli sforzi fatti negli ultimi due anni. Spostati da un’unità operativa all’altra e da un presidio ospedaliero all’altro senza preavviso (realtà tornata prepotentemente di attualità negli ultimi giorni con il nuovo incremento di ricoveri). Turni modificati all’ultimo momento, ferie revocate e ricorso abnorme agli straordinari per non parlare del mancato pagamento delle indennità previste per l’emergenza Covid». Conclude nella nota il segretario del Nursind: “Già prima dell’emergenza denunciavamo la cronica carenza del personale sanitario. Adesso la situazione è insostenibile. Gli “eroi” sono stati dimenticati, lasciati senza alcun riconoscimento, e tornano buoni solo nel momento del bisogno. Il contratto collettivo nazionale non è stato ancora rinnovato; l’indennità professionale, per volere della stessa politica che oggi ci chiede di sacrificare ancora una volta famiglie e tempo libero, non ha ancora erogato, nonostante i fondi già stanziati”.

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