EDITORIALE originalComincio a pensare che questa storia dell’ecologia, dell’ambiente, del rispetto per gli animali, ci abbia un po’ preso la mano.


Insomma, stiamo esagerando.

Non dico che non si debbano amare gli animali, ci mancherebbe altro!, o che non si debbano rispettare gli altri esseri viventi non umani.  Però, una cosa sono l’amore e il rispetto, un’altra sono le esagerazioni.


Specie quelle sui comportamenti a tavola.


Non sono vegano, non sarò mai vegetariano, sono fieramente onnivoro (tranne per quello che riguarda le lumache, la trippa e i porcini molli) e non adotterò mai ideologie che comportino limitazioni a tavola.
Rispetto chiunque abbia un’idea diversa, ma mi tengo la mia.
Tutto quello che ho scritto fino ad ora, serviva in realtà a rimandare il momento più difficile di questo articolo, quello nel quale dovrò scrivere l’argomento.


Perché non è facile.


Non è roba da educande.


Non è cosa della quale si parla tutti i giorni.


Vabbè, ve lo dico: è un vibratore.


Sì, avete capito bene, “quel” vibratore. 
Un giocattolo erotico per signore.


Ne scrivo perché un mio carissimo amico, che condivide con me una naturale idiosincrasia per gli eccessi, ha scoperto on line un articolo che, sembra, vada di gran moda.


Un vibratore.


Di marca.


Lo produce la Sephora, che è una ditta serissima, e si chiama – traduco – “creatore di sorrisi”.


Il perché lo si intuisce.


Quella che ha colpito me, e prima di me il mio amico, è però la descrizione delle qualità del prodotto.

Leggo: «Sicuro per il tuo corpo. Silenzioso. Ricaricabile. Impermeabile. Vegano e senza crudeltà verso gli animali».
Vegano?
Come vegano?
In che senso… vegano?
Capisco il “Sicuro per il tuo corpo. Silenzioso. Ricaricabile. Impermeabile”, mi sembrano indicazioni importanti per l’interessata clientela, ma “vegano”… no, non lo capisco.
Sì, è vero, immagino che il gioco erotico possa prevedere una fase orale, ma dubito che esista qualcuno che intenda realmente mangiare un “coso” di gomma anallergica… Sicuro per il tuo corpo. Silenzioso. Ricaricabile. Impermeabile”.
 E credo che nessuno, neanche nelle perversioni più complicate, abbia mai immaginato che quel “coso” elettronico contenga parti di animali che hanno subito atti di crudeltà.


Eppure, nelle caratteristiche lo precisano.


Perché fa trend.


Fa “moderno”.


Ve l’immaginate l’emozione di scartarlo sotto l’albero, scoprendo che è  anche vegano?

ANTONIO D’AMORE