Presunta truffa da circa 300mila euro ai danni della Asl per l’acquisto di dispositivi medici. Questa l’ipotesi di reato alla base dell’inchiesta per truffa aggravata e falso in atto pubblico a firma dei pm Silvia Scamurra e Stefano Giovagnoni e che, nelle scorse ora, ha portato all’avviso di conclusione delle indagini nei confronti dell’ex primario del reparto di radiologia dell’ospedale Mazzini Vincenzo Di Egidio ora in servizio all’ospedale di Pescara. Tra gli indagati ci sono anche alcuni dipendenti dell’azienda sanitaria e rappresentanti di quattro società distributrici e per queste figure ci sono stati degli stralci alcuni già definiti con patteggiamenti. Per Di Egidio,  assistito dell’avvocato Roberto Conte, ora la parola passa al gup che dovrà decidere se disporre per un non luogo a procedere o il processo. Secondo l’accusa la presunta truffa sarebbe stata messa a segno tra il 2016 e il 2018 ai danni dell’azienda sanitaria teramana che avrebbe comprato dispositivi vari (cateteri, spirali e stent il cui utilizzo è previsto nel corso di interventi chirurgici propri di radiologia interventistica) fatti risultare impiantati a pazienti sottoposti a interventi chirurgici ma in realtà non usati. A dicembre il tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso degli indagati, aveva disposto il dissequestro di somme di denaro a carico degli stessi indagati scattato su provvedimento del gip.

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