EDITORIALE originalSono un po’ preoccupato. Per i pescaresi. Non sapevo che, nei loro cieli, vivessero pericolosissimi predatori. Stormi di rapaci famelici, pronti a sbranare pennuti innocenti. Invece, è così. A Pescara volano animali feroci, non so di che razza siano, ma so che amano sbranare le colombe. E non tutte, attenzione, ma quelle candide che svolazzano in occasione dei matrimoni. Pare che sia una specie di strage, con le povere colombe, allevate per volteggiare soavemente sugli sposi, che finiscono sbranate dai predatori. Ripeto: la razza dei predatori non la conosco, ma so che sono diventati un problema, se il Consiglio comunale ha dovuto votare per “…impegnare il Sindaco ad emettere un’ordinanza di divieto ai voli di colombe e altri utilizzi impropri di animali in occasione di matrimoni, feste e fiere cittadine”.

Io non voglio passare per anti-animalista, né per sterminatore di colombe, tantomeno da benaltrista, ma mi chiedo se quello delle colombe ai matrimoni debba davvero essere un tema da Consiglio Comunale, e per giunta nelle assise pubbliche della più grande città d’Abruzzo. Tutto è successo perché qualche giorno fa, aveva fatto discutere il caso delle sette colombe bianche liberate in volo durante un matrimonio in Comune, ma delle quali solo quattro hanno fatto ritorno, perché le altre sono state sbranate. Dai predatori. A chiedere il divieto di volo delle colombe, è stato il M5S, perché di “dia  il via ad una costante attività di sensibilizzazione alla tutela, al benessere e alla protezione degli animali, e non solo quelli più comunemente noti come d’affezione”.

Mi chiedo: il diritto degli uccelli predatori a cibarsi, è considerabile benessere animale?

 

Antonio D’Amore