EDITORIALE originalVe lo giuro, la tentazione è fortissima. Ogni volta che vedo un idiota, o una coppia di idioti (perché si muovono sempre in due, come una parte anatomica maschile, che mi si agita al pensiero della loro esistenza), mi viene una tentazione fortissima. 

La coppia cui alludo, l’avrete capito, è quella che si aggira per il Mondo imbrattando opere d’arte, in nome della difesa dell’ambiente e del vivere ecologico.

Sì, lo so, che non è sempre la stessa coppia, e che cambiano gli “attivisti” che si impegnano in queste bravate, ma alla mia vista sono tutti uguali: invasati, esagitati, esasperati, convinti di essere nel giusto, depositari di verità assolute… insomma, un par di …campioni. 

E siccome loro sanno di avere una missione, e vogliono battersi per tutti noi, prendono una secchiata di purè e la tirano su un Van Gogh, oppure arricchiscono la passata di pomodoro con un Vermeer, o magari si incollano alla cornice di un Botticelli. 

Lo fanno per noi.

Per difendere l’ecosistema.

E a me viene una tentazione fortissima.

Ve l’avevo detto, no?, all’inizio di questo articolo. 

Mi viene la tentazione fortissima di buttare in mare una mezza quintalata di plastica nociva, ogni volta che qualcuno imbratta un quadro patrimonio dell’umanità.

Sì, lo so che non si fa e che sarei passibile di denuncia, ma siccome questi invasati non comprendono il senso profondo del “bene di tutti”, vanno colpiti con le loro armi.

Purè sul Van Gogh? Mezzo quintale di plastica un mare.

Pomodoro sul Vermeer? Una tanica di olio esausto in un prato.

Incollati ad una cornice? Disboscato mezzo ettaro di alberi secolari.

Occhio per occhio.

 

ANTONIO D’AMORE