EDITORIALE originalC’è qualcosa di semplice e antico, nella sanzione che un tribunale di Londra ha comminato a Patrick Thelwell, il ragazzo di 23 anni che ha preso di mira re Carlo III con alcune uova, mancandolo di poco, mentre questi salutava una folla di sudditi scesa in strada ad accoglierlo con la regina consorte Camilla durante una visita a York, nel nord dell’Inghilterra.
Al giovane contestatore, infatti, oltre a tutte le inevitabili reprimende pubbliche, la giustizia di Sua Maestà ha affibbiato anche una pena che vorrei proporre al nostro Governo, perché venga inserita tra le pene accessorie di ogni reato.
La regola della “penitenza”.
Sì, come si faceva da bambini.
Se fai un errore, ti tocca una penitenza.
E deve essere rapportabile all’errore commesso.
Al tiratore di uova contro il re… è stato imposto il divieto di avvicinarsi di nuovo al sovrano e – udite udite – di trasportare uova in pubblico a qualsiasi titolo.
A qualsiasi titolo.
Anche se volesse solo farsi due uova al tegamino, e stesse tornando a casa dal supermercato.
Anche se volesse cenare con una frittatella.
Anche se volesse farsi una carbonara, vabbè, gli inglesi non se la fanno… non come Dio comanda, ma mettiamo che gli venisse voglia…
sarebbe arrestato.
Per porto di uova.
E allora, mi viene da pensare a tutti quegli idioti che sulle nostra strade vengono trovati ubriachi al volante.
Certo, gli ritirano la patente, ma come sarebbe… arrestarli se girano anche solo con una busta di Tavernello?
E quei “campioni” che passano le giornate ad insultare su Facebook?
Divieto di accendere il computer.
E quei politici che fanno promesse che non manterranno mai?
Divieto di parola in pubblico.

Sì lo sto, sto esagerando…

 

ANTONIO D’AMORE