ASSAL

E’ stata la perizia di un giornalista teramano, a dare una svolta clamorosa al processo per l’assalto alla Cgil che si sta celebrando a Roma. Su incarico dell’avvocato Vincenzo Di Nanna, infatti, il giornalista Antonio D’Amore, direttore di R+ e co-editore di certastampa.it, ha studiato i filmati registrati dalle telecamere di sicurezza della sede nazionale del Sindacato, scoprendo l’anomalo comportamento di un personaggio non identificato, sul quale in questo momento si fanno fortissime le ipotesi che si tratti di un rappresentante delle Forze dell’Ordine. Un infiltrato che avrebbe anche gestito l’ingresso dei manifestanti, favorendolo addirittura. Il filmato – perizia è stato acquisito dal Tribunale, come titola oggi nella sua prima pagina “il Riformista”. 
«Il fatto che chi ha aperto la porta possa essere un carabiniere apre scenari quanto mai inquietanti. Come mai, infatti, un militare dell’Arma ha deciso di aprire il portone della sede della Cgil, consentendo così ai manifestanti di entrarvi e di danneggiare la struttura? È stata una sua iniziativa o ha ricevuto ordini superiori? La manifestazione contro il Green Pass non aveva lo scopo di occupare e devastare la sede del sindacato – scrive Paolo Comi sul quotidiano diretto da Piero Sansonetti – “Se non avesse aperto il portone il processo non ci sarebbe stato”, aveva dichiarato a tal riguardo l’avvocato radicale Vincenzo di Nanna, difensore di Salvatore Lubrano, accusato di devastazione e saccheggio unitamente al leader di Forza Nuova Roberto Fiore e altri esponenti di estrema destra».
L’avvocato Di Nanna ha prodotto il filmato della perizia realizzata da Antonio D’Amore, (GUARDALO QU) acquisito ieri dal tribunale, nel quale si nota un momento particolare, successivo alle 17,32, in occasione dell’incontro, avvenuto sulla porta di ingresso del corridoio della sede della Cgil, tra due persone, un “soggetto in jeans” che era entrato all’interno della sede Cgil, e che si avvia verso l’uscita, ma sulla porta incontra un’altra persona e, poco più indietro, si nota una terza persona già identificata quale Roberto Fiore di Forza Nuova.
Dalla visione della sequenza si nota come il “soggetto in jeans”, prima di uscire, venga fermato dal l’altra persona con la quale ha un rapidissimo scambio di battute, nel corso del quale si vede chiaramente comparire, nelle mani dei due, un “cartoncino” di carta bianca. Nella scena di destra, ripresa dalla telecamera più vicina ai due, si intuisce chiaramente come il cartoncino sia un badge, con tanto di cordoncino chiaro. Lo stesso badge che nella successiva immagine, ovvero nell’ingresso nella sede, la stesa persona tiene nella mano sinistra. 



La sequenza rallentata consente una più approfondita lettura della scena. In particolare consente di apprezzare con maggior precisione i movimenti del “soggetto in jeans”.
 Questi, infatti, all’atto di infilare la porta, al momento dell’incontro con Roberto Fiore, sembra compiere il gesto di scostare con la mano sinistra il giubbino di jeans, aprendolo, verosimilmente per mostrare qualcosa che probabilmente recava “appeso” all’interno dello stesso giubbino. Il gesto, per le modalità e l’uso , si direbbe compatibile con quello di voler rivelare un “distintivo”. 
Lo stesso gesto, con l’identica apertura del giubbino in jeans, viene riproposto pochissimi secondi dopo, in seguito all’interesse dell’altra persona. E non solo, perché a seguito di questa seconda “apertura del giubbino”, la risposta è l’esposizione del badge. I

Il fermo immagine del “soggetto in jeans” all’uscita della CGIL, offre quella che appare come una conferma, visto che il giubbino del “soggetto in jeans”, presenta sulla destra il risvolto della bottoniera completamente aperto (come è tipico della stoffa), mentre sulla sinistra si intuisce una piega verso l’interno, del tutto compatibile con un peso (un distintivo?) appeso a all’interno.
Nelle sue conclusioni D’Amore ipotizza che l’incontro per modalità, ritualità, tempi e movimenti, si direbbe del tutto compatibile con una “presentazione”, ovvero: il reciproco scambio di credenziali tra due persone in possesso di una qualifica di appartenenza.
Inoltre, è al momento pendente una interrogazione parlamentare. “Mi auguro che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sia in grado di fare chiarezza quanto prima”, ha dichiarato al Riformista il senatore Pierantonio Zanettin, capogrup- po di Forza Italia in Commissione giustizia a Palazzo Madama ed ex componente del Consiglio superiore della magistratura, dopo aver presentato questa sua interrogazione al capo del Viminale.

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