Nel Consiglio dei Ministri convocato oggi dal Governo Draghi ecco cosa si è deciso: le nuove norme sono destinate a sostituire quelle che scadono il 6 aprile confermando lo stop alla zona gialla fino a maggio con la possibilità di rivedere la decisione se i numeri del contagio lo consentiranno. Ma sopratutto il numero delle vaccinazioni effettuate è li infatti che si gioca gran parte della partita per ambire a rientrare in zona gialla. 

Nel decreto c’è anche l’ok alle scuole aperte fino alla prima media in zona rossa e fino alla terza media in zona arancione. Ma non verranno soddisfatte le richieste dei governatori delle Regioni, che ieri nella riunione con la cabina di regia sull’emergenza coronavirus hanno tentato un blitz per riavere la zona gialla anche ad aprile. Ma sono stati stoppati dal ministro della Salute Roberto Speranza: “Vorrei essere chiaro – ha detto ieri durante la riunione – con la zona gialla non saremmo capaci di sostenere la riapertura della scuola. La variante inglese corre, in Francia sono a 45 mila contagi. Evitiamo di illudere la gente”. E ancora: “Con 3721 ricoverati in terapia intensiva, non possiamo esporci a un’altra ondata: rischiamo di non essere in grado di reggerla”.

Mario Draghi si è schierato con il suo ministro e ha invitato tutti a rispettare le regole e la prudenza necessaria in un momento decisivo dell’emergenza coronavirus. Forte del fatto che anche il nuovo Comitato Tecnico Scientifico, quello voluto dalle forze di centrodestra all’interno della maggioranza, ha fornito un parere chiaro sulla questione: “Per il prossimo mese la zona gialla non è sostenibile”. La ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini è invece andata incontro alle richieste dei governatori ma soltanto in parte, ipotizzando un meccanismo automatico da inserire nel decreto che consenta l’allentamento delle misure “se i numeri lo consentiranno”, esattamente come ha detto Draghi nella sua ultima conferenza stampa rispondendo a Matteo Salvini.

Il nuovo decreto legge, prolunga le restrizioni fino a sabato primo maggio o, più probabilmente, fino a domenica 2. Le Regioni hanno chiesto anche di rivedere il parametro dei 250 casi settimanali su centomila abitanti, introdotto un mese fa per verificare rapidamente il peggioramento dell’epidemia a livello locale. Per quanto riguarda l’automatismo ci sono anche difficoltà su come scrivere la norma da inserire eventualmente nel testo, ovvero se mettere nero su bianco una verifica da effettuare a metà del tempo di scadenza del decreto oppure fissare da subito criteri in base ai quali scatterebbero gli alleggerimenti. Il nuovo decreto legge Covid riporterà in classe in zona rossa gli studenti fino alla prima media, ma dovrebbe anche confermare nelle aree arancioni la presenza fino alla terza media e la didattica a distanza al 50% per le superiori.

Secondo questo scenario gli italiani dovranno prepararsi a un lungo calendario di restrizioni da rispettare da qui fino a maggio. Che prevede stop & go nelle riaperture, alternanza tra zone rosse e arancioni e nuove regole che entreranno in vigore in questi giorni. Nel dettaglio:

  • da oggi e fino al 2 aprile in tutta Italia sono in vigore le zone rosse e quelle arancioni; in zona rossa sono vietate le visite ai parenti e agli amici e a scuola c’è solo la didattica a distanza; in zona arancione sono consentite le visite ai parenti agli amici e alcune regioni sono tornate alla didattica in presenza nelle scuole;
  • dal 3 al 5 aprile tutta Italia sarà in zona rossa: è consentito andare nelle seconde case e visitare i parenti e gli amici una sola volta al giorno;
  • a partire dal 6 aprile torneranno in vigore le regole della zona rossa e arancione;
  • i viaggi all’estero sono consentiti con il tampone, ad eccezione di alcuni Paesi tra cui Austria, Gran Bretagna e Usa.
    Cosa è permesso e cosa è proibito fino al 7 aprile? Gli spostamenti tra Regioni sono consentiti solo per ragioni di lavoro, salute o necessità. Ma si potrà però sempre far ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione sia in zona arancione che in zona rossa. Se due partner lavorano in città diverse potranno ricongiungersi nella casa in cui si abitano ma non si potrà andare a trovare i genitori se abitano in un altro comune, se non nei tre giorni di Pasqua dal 3 al 5 aprile.

Le seconde case è permesso raggiungerle sia in zona arancione che in zona rossa ma solo con il proprio nucleo familiare e se l’abitazione è di proprietà o in affitto lungo da prima del 14 gennaio. Alto Adige, Valle d’Aosta, Toscana, Marche. Puglia e Campania le vietano ai residenti. È consentito, come è sempre stato, recarsi all’estero anche per turismo e attraversare i confini regionali per raggiungere il porto o l’aeroporto. Chi parte dovrà naturalmente osservare le disposizioni in entrata dei Paesi di destinazione. Al ritorno in Italia, a seconda del Paese di provenienza, occorreranno un tampone molecolare o antigenico negativo e l’eventuale quarantena.

Fino a venerdì 2 aprile le visite a parenti e amici sono consentite solo in zona arancione e non in zona rossa. Ci si potrà spostare dalle 5 alle 22 rispettando il coprifuoco anche nel ritorno a casa. Da sabato a lunedì, ovvero per Pasqua e Pasquetta, tutto il paese è in zona rossa ma è consentito visitare i familiari. Repubblica segnala la presenza di una deroga “che consentirà dei minipranzi di Pasqua in casa: dal 3 al 5 aprile è permesso spostarsi, all’interno della regione, in due con i bambini sotto i 14 anni, per andare a trovare amici e parenti. Sono vietati invece scampagnate e picnic per Pasquetta”.

Draghi Mario