Esclusa dalle attività della sua associazione perchè non vaccinata. E’ un caso destinato a far rumore quello denunciato dall’avvocato teramano Vincenzo Di Nanna, che contesta all’associazione italiana persone down il fatto di aver organizzato corsi, con la premessa “...le attività sono aperte a tutti i ragazzi, che abbiano maturato le relative competenze necessarie, con copertura vaccinale o che si siano negativizzati dopo essere stati positivi al Covid...” «Una decisione che appare non solo gravemente discriminatoria, ma che si spinge fino al punto di “imporre”, quale condicio sine qua non per partecipare alle attività dell’ Associazione Italiana Persone Down, un trattamento sanitario in fase sperimentale e, al momento, non obbligatorio – contesta l’avvocato – una arbitraria e ingiustificata esclusione, che non solo ha arrecato grave pregiudizio ai diritti della ragazza, che soffre per l’interruzione delle relazioni con i compagni, ma integra gli estremi sia di un inadempimento contrattuale che di un illecito ex art. 2043 c.c., ponendosi in palese contrasto con la Costituzione e con l’art. 21 della Carta Europea dei diritti fondamentali». l’avvocato quindi a nome della famiglia chiede l’immediata reintegra della ragazza nei corsi