Turbata libertà degli incanti e il commercio o somministrazione di medicinali imperfetti. Sono le ipotesi di reato da cui muove l’inchiesta della Procura a firma del pm Davide Rosati delegata alla Guardia di Finanza. Sottìaccusa, e ora sotto sequestro, 99 dispositivi di protezione individuale da radiazioni ionizzanti (i cosiddetti giubbini). Il sequestro, eseguito nei giorni scorsi, ha riguardato dispositivi presenti nei quattro presidi ospedalieri della Asl, ovvero Teramo, Giulianova, Sant’Omero e GIulianova. Due, al momento, le persone iscritte nel registro degli indagati. L’inchiesta è nata da un esposto presentato da una delle ditte che avevano partecipato alla gara d’appalto indetta dall’azienda sanitaria e che non sono risultate vincitrice. La Asl teramana scrive così in una nota: «Il sequestro si inserisce in un’indagine della Procura sulla non conformità al marchio “Ce” dei prodotti forniti in base a una gara d’appalto aggiudicata il 5 aprile del 2018. Per garantire la prosecuzione di tutte le attività che implicano l’utilizzo dei dispositivi in questione e che interessano diverse unità operative (Blocco operatorio, Radiologia, Gastroenterologia, Urologia, Neurochirurgia, Radiologia interventistica, Emodinamica, Utic e Cardiochirurgia) la Asl si è attivata immediatamente e ha provveduto a reperire in poche ore nuovi dispositivi di protezione. In questo modo è stata garantita la prosecuzione delle attività routinarie e di urgenza».E ancora: «La Asl, parte lesa in tutta la vicenda, prende atto dell’inchiesta della magistratura, apprezza l’attenzione all’incolumità dei propri dipendenti ed è fiduciosa nei risultati delle indagini. Provvederà a stretto giro a nominare una commissione interna per le verifiche tecniche, per accertare eventuali responsabilità e muovere eventuali contestazioni alla ditta fornitrice». I dispositivi di sicurezza sequestrati dai finanzieri del comando provinciale (guidato dal colonnello Gianfranco Lucignano) sono solo quelli utilizzati dal personale sanitario. La Asl tiene ad evidenziare che il personale viene costantemente monitorato con l’applicazione di un dosimetro che rileva le radiazioni a cui ogni singolo operatore è esposto e non sono risultate alterazioni nei parametri. I controlli sono eseguiti da una società terza specializzata nel settore.