VIALONGOMORTO1

Alessia Sardella, teramana di 44 anni e il fidanzato Emblie, gambiano di 26 anni sono morti ieri sera in uno degli alloggi abbandonati di via Longo e chiusi da anni, uccisi dal monossido di carbonio esalato da un braciere di fortuna che i due avevano acceso per riscaldarsi. A scoprire i corpi ormai senza vita sono stati due uomini pachistani, anche loro inquilini abusivi di questa struttura blindata da una recinzione apposta dal Comune ma facilmente, da anni, aggirabile visto che non è il primo caso di occupazione abusivi di quegli alloggi di via Longo a Teramo. Alessia e Emblie sono stati trovati vicini a quel giaciglio di fortuna composto da una rete, un materasso e alcune coperte. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Teramo col tenente colonnello Luigi Vaglio ed il luogotenente Marino Capponi, ed il pm di turno Davide Rosati che ha disposto l’esame autoptico (ad eseguire una primissima ispezione cadaverica è stato il dottor Sciarra). Non sono mai mancate, nei mesi e negli anni scorsi, le segnalazioni circa l’occupazione abusiva degli alloggi di via Longo e l’accensione, spesso, di fornelli alimentati da bombole del gas con allacci tanto improvvisati quanto pericolosi. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Alessia e il giovane gambiano avrebbero accusato un malore nel sonno e svegliandosi, e cercando di guadagnare l’uscita, sono svenuti per colpa del monossido.

Alessia Sardella, per via del suo trascorso difficile legato alla tossicodipendenza che l’aveva portata anche in carcere, era presa in carico dal servizio sociale del Comune dopo la presa in carica della Caritas. Più volte si era rifiutata di accettare gli interventi di soccorso, a seguito di segnalazioni che la vedevano protagonista di episodi di aggressione e intemperanza in centro storico. In segno di cordoglio per la tragedia di questa notte, il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto ha fatto annullare la conferenza stampa di stamane per illustrare le iniziative del Natale Teramano. La tragedia di questa notte riaccende i riflettori sul disagio abitativo e sociale, nonostante nel caso di specie, si apprende da fonti del Comune, che la 44enne teramana era stata anche alloggiata per diverso tempo presso l’Hotel Michelangelo ed era presa in carico anche dalla Caritas, oltre a percepire il reddito di cittadinanza. La scelta di abbandonare quella stanza in hotel forse è legata alla storia iniziata con il 26enne, morto con lei stanotte. Uccisi dal braciere acceso per riscaldarsi e che invece ha stroncato le loro vite.