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“Per noi che seguivamo Alessia è un fallimento sociale, una tragedia che conferma che, purtroppo, anche quando si adottano iniziative per la persona che vive un disagio profondo, spesso non bastano…” E’ nelle lacrime di commozione dell’assessore alle Politiche Sociali, Ilaria De Sanctis, il valore della convocazione urgente fatta dall’amministrazione comunale per una primissima dichiarazione pubblica ufficiale a poche ore dalla tragedia di via Longo, nella quale hanno perso la vita la teramana 44enne Alessia Sardella e il fidanzato gambiano 26enne. Ad ucciderli, il monossido di carbonio di una braciere di fortuna acceso in un alloggio popolare interdetto ed inabitabile dal 2015 ma, come in molti casi in questi anni, utilizzato abusivamente da molti senza fissa dimora. “Alessia fino ad un mese fa viveva in una stanza di hotel pagata dal Comune” ha ribadito l’assessore De Sanctis, commossa quanto l’assessore all’edilizia residenziale, Martina Maranella e al sindaco Gianguido D’Alberto. Sindaco che ha ribadito di “essere a completa disposizione della magistratura” che ha aperto un’inchiesta a firma del pm Davide Rosati. L’immobile dove è avvenuta la tragedia è sotto sequestro. Sarà il Comune, se necessario, a coprire i costi dei funerali di entrambi quando sarà dato il via libera dalla magistratura. “E’ una giornata di profonda amarezza, di dolore per una morte che fa riflettere tutti noi e, sicuramente, ci interroga” ha dichiarato il primo cittadino, dicendosi “a completa disposizione, insieme agli uffici tecnici e a quelli preposti” su via Longo. Il Comune conferma che quella area è stata sempre interdetta, dal 2015, con reiterati controlli da parte della Polizia municipale e forze dell’ordine per monitorare la situazione dell’occupazione abusiva, reiteratasi nel corso degli anni. 

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