Avevamo denunciato da subito l’incapacità e l’inadeguatezza del Direttore Generale della ASL1 Roberto Testa.
La sua nomina era frutto di una decisione politica a tavolino, estranea alle conoscenze e alle professionalità del territorio, destinata soltanto a subire in silenzio le decisioni regionali, a costo di sacrificare l’efficienza della sanità pubblica aquilana, di umiliare le competenze professionali del personale e di umiliare i diritti di cittadini e pazienti.
Siamo stati, purtroppo, facili profeti.
Il Covid ha amplificato le difficoltà di una cattiva gestione e ha dimostrato la sudditanza a un potere politico che ha sbilanciato gli equilibri sanitari abruzzesi spostando su Pescara la gran parte delle strutture, dei servizi, del personale e delle risorse per mano dell’assessore alla Sanità sulla quale incombono tutte le responsabilità della gestione pandemica.
Oggi si compie la fine di una esperienza destinata sin dal primo giorno al fallimento.
Ma la cosa grave, anzi imperdonabile, è che gli errori commessi non si potranno ripagare, le inadempienze e i ritardi non saranno colmati, le colpevoli mancanze continueranno a scaricarsi sui cittadini dell’Aquila, della Marsica e della Valle Peligna.
Nessuno pagherà il prezzo degli errori commessi, già lo hanno fatto, e a caro prezzo, i cittadini e gli utenti della provincia dell’Aquila.
Anzi c’è pure il rischio che Testa possa chiedere un risarcimento danni o, comunque, uscire da questa sua pessima gestione con cospicui indennizzi.
La responsabilità politica di questo pantano è della Giunta Marsilio e ancora di più degli assessori aquilani, capaci di farsi i selfie in piena pandemia e poi di nascondersi come gli indiani per non dover incidere sui processi decisionali che riguardano la provincia dell’Aquila, preferendo rimanere silenti e inermi di fronte alle scelte inique che sono state prodotte da questa Giunta.
Vergogna.
Al nuovo Direttore Ferdinando Romano, anch’egli frutto di una accurata selezione correntizia tra le file della Lega, il compito improbabile non di raddrizzare una barca che sta affondando, ma di fare meno danni possibili. Al personale amministrativo e sanitario, sia di ruolo che a tempo determinato, va invece tutta la mia solidarietà per questo avvicendamento composto in maniera così bizzarra e avvenuto dopo quello dei quattro direttori sanitari.
Per fortuna fra tre anni o probabilmente meno, questa sciagurata avventura targata Marsilio finirà nel dimenticatoio. Ma i danni fatti alla sanità pubblica regionale, purtroppo, resteranno sulle nostre spalle.