«La delibera di Agcom sul Parental Control, ovvero l’implementazione di filtri e blocchi dei contenuti inappropriati per i minori nei contratti per la fornitura di rete internet, è un primo passo in avanti per la tutela dei minori, ma in alcuni suoi punti èinsufficiente e rischia di depotenziare le disposizioni legislative in tema di preattivazione di Sistemi di Controllo Parentale (articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28). Per Agcom, infatti, questi sistemi devono essere realmente preattivati soltanto sulle offerte dedicate ai minori. La legge, invece, è volutamente più ampia in riferimento a tutti i dispositivi e a tutte le offerte, questo perché molto spesso i minori usano smartphone o altri dispositivi acquistati dai loro genitori o da altri adulti, sui quali sono attive offerte diverse. Questa lacuna rischia quindi concretamente di escludere una platea vastissima di minori e bambini dall’essere tutelati dai pericoli della Rete quali contenuti inadatti, scabrosi, sessualmente espliciti, ma anche ipersessualizzazione e rischio di adescamenti. Chiediamo ad Agcom di aderire alla lettera alla norma e di rivedere e integrare la Delibera, migliorando questi aspetti fondamentali e non più rimandabili per la protezione dei bambini, come da mesi denunciamo con una Campagna sul tema e una petizione popolare». Cosi Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia.