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Riceviamo e pubblichiamo:

In merito al tragicomico rimpasto di giunta del Sindaco D’Alberto – al solo fine di evitare possibili equivoci – corre l’obbligo precisare che, quella che fu, l’alleanza elettorale Fare grande Teramo (composta da due liste civiche: una di riferimento a Di Dalmazio ed una di riferimento al sottoscritto) di fatto si sciolse all’indomani del voto comunale. Oggi, solo una parte di quell’alleanza è entrata in Amministrazione! Infatti – in tempi non sospetti – in seguito alla legittima, tuttavia non condivisa, scelta di appoggiare in consiglio la maggioranza, da parte del gruppo “Al centro per Teramo”, i “Rudiani” (come spesso simpaticamente siamo stati definiti) decisero fin da subito di considerare conclusa quell’esperienza. Rimanendo coerenti con il percorso fatto e con quanto fu detto in campagna elettorale. Alternativi al centro sinistra! Detto questo, per tornare ai giorni nostri, questa operazione a qualche mese dal voto mostra tutta la debolezza del Sindaco uscente. Ricorrere al rimpasto di giunta per costruire una nuova alleanza elettorale, ben diversa da quella che si presentò alle elezione quasi cinque anni fa (vedi le tante fuoriuscite sostituite prima con l’allargamento a Cavallari ed oggi a Di Dalmazio), certifica il fallimento della maggioranza (o di quello che n’è rimasto). Tra l’altro cosa unica in Italia, che storicamente vede il Sindaco uscente forte con una maggioranza ben definita e coesa.

Tuttavia se Sparta piange Atene non ride.

Il centrodestra, che dovrebbe far tesoro dell’esperienza passata, non può pensare di poter vincere affidandosi solo agli autogol (se pur clamorosi) degli avversarsi. Si rischia di perdere la disponibilità del miglior candidato Sindaco possibile (Paolo Gatti) e con un progetto ancora da costruire. Siamo in “zona cesarini”, pertanto non è più rimandabile lavorare ad un programma credibile e realizzabile, che tenga conto delle tante difficoltà che oggi i cittadini affrontano, guardando con ottimismo (grazie anche alla filiera che inevitabilmente si verrebbe a creare con il Governo nazionale e regionale di centrodestra) alle possibilità che arrivano dal PNRR e dai tanti finanziamenti europei disponibili e fin ora mai davvero sfruttati. Tuttavia, se quelli che considero i nostri futuri alleati commettono a loro volta un altro autogol, aspettando le calende greche per individuare il candidato Sindaco o, peggio ancora, scegliere in extremis un candidato purché sia, senza condivisione, senza un progetto forte per la Città, realizzato con il coinvolgimento delle parti sociali, dei comitati e delle associazioni: ritengo doverosa una seria riflessione sul nostro sostegno.

Se il centrodestra intende protrarre ulteriormente questo “impasse”, non esiteremo a prendere in mano l’iniziativa, proponendo una candidatura a Sindaco sostenuta da un progetto politico, alternativo al centro sinistra, ispirato realmente ai valori liberali e cattolici e che abbia nel mondo dell’associazionismo e del volontariato il suo punto di forza.

Rudy Di Stefano