La lentezza dell’Amministrazione D’Alberto sta divenendo proverbiale: non si pianifica, non si progetta, non si reperiscono fondi, non si appalta. E quando già esistono delle intese, passano anni senza che vengano portate avanti le pratiche amministrative.Esempio lampante di questa inerzia è la Domus del Leone, simbolo archeologico della nostra città, da decenni oramai chiusa al pubblico (sia ai teramani che ad un turismo di qualità che l’Amministrazione comunale sembra voler respingere in ogni modo).Infatti, per una volta, sembrava che almeno su questo fronte nella presente Consiliatura si riuscisse a fare qualcosa con la Deliberazione di Giunta Comunale n. 244 del 5 agosto 2019, la quale provvedeva ad “approvare lo schema di Protocollo d’Intesa per il Restauro e la Valorizzazione della Domus del Leone, da sottoscrivere tra la Soprintendenza Archeologia belle Arti e Paesaggi dell’Abruzzo, il proprietario dell’immobile, il Comune di Teramo e la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo”.Ma le sabbie mobili della burocrazia hanno inghiottito anche questo progetto prioritario per il rilancio del centro storico e oggi, dopo ben 18 mesi da allora, siamo ancora al punto di partenza nonostante durante un intero anno di pandemia si sarebbe potuto procedere speditamente ad effettuare i lavori necessari per una riapertura sollecita e in pompa magna del sito archeologico.Sembra uno scherzo leggerlo, però con Deliberazione n. 44 del 4 febbraio 2021, ad un anno e mezzo dal precedente atto di indirizzo, la Giunta Comunale di Teramo ha proceduto di nuovo ad “approvare l’allegato schema di Protocollo d’Intesa per il Restauro e la Valorizzazione della Domus del Leone” (…) da sottoscrivere tra la Soprintendenza Archeologia belle Arti e Paesaggi per le province di Chieti e Pescara, il proprietario dell’immobile, il Comune di Teramo e la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo”.Questo significa non solo che si siano persi 18 mesi di tempo, ma che il protocollo dovrà essere concretamente firmato, poi che la Soprintendenza dovrà progettare l’intervento di restauro della Domus del Leone, dopo ancora che il Proprietario debba concedere alla Fondazione il comodato della Domus stessa per almeno venti anni e infine che il Comune di Teramo realizzi ogni opera al fine di garantire la tutela e la conservazione della Domus, promuovendone la fruibilità e la valorizzazione, nonché garantendone l’accesso al pubblico nell’ambito di uno specifico percorso archeologico.Ad occhio e croce, andando avanti di questo passo, i due anni che restano all’Amministrazione D’Alberto prima delle prossime elezioni non saranno in alcun modo sufficienti a riaprire al pubblico il sito archeologico e ad offrire un’opportunità prioritaria di rilancio alla città e al suo centro storico. L’ennesima occasione persa di un Comune fermo e inerte, un anno e mezzo di immobilismo durante il quale purtroppo molti esercizi cittadini hanno dovuto arrendersi e abbassare definitivamente la saracinesca, senza che l’Amministrazione muovesse un dito per impedire l’avanzare del declino economico, commerciale, sociale e culturale.Teramo, 18 febbraio 2021 Il Consigliere Comunale Ivan VERZILLI