L’effettuazione dei tamponi per i medici di base non è facoltativa, a discrezione. E non c’è una disponibilità da dover dare alla Asl. C’è semmai una preoccupazione di fondo che i medici di base hanno manifestato all’azienda sanitaria, chiedendo di poterli effettuare sì…ma all’esterno dei propri ambulatori. In strutture o messe a disposizione dalla Asl o dal Comune (previa verifica ad hoc della Asl stessa). Il tutto, in attesa che arrivino (prima o poi) alla Asl le indicazioni specifiche da parte della Regione Abruzzo chiamata a sdoganare l’accordo integrativo (dopo l’accordo nazionale sottoscritto solo dal sindacato dei medici, quello maggioritario).
Ma passiamo alle location.
A Mosciano Sant’Angelo il Comune ha confermato ai medici di base che è disposto, in collaborazione con la Protezione Civile, a fornire una tensostruttura da piazzare nei pressi dell’ex sede distaccata dell’Università. Tradotto: se la Asl non indica uno spazio “suo”, c’è questa alternativa.
A Teramo, stando alle indiscrezioni, la Asl ha un locale a Casalena da poter mettere a disposizione solo nelle ore pomeridiane. Quando i medici furono chiamati a fare i test sierologici, nella prima ondata dell’emergenza, chiesero al Comune una location e il sindaco D’Alberto offrì la sala ipogea (bocciata, però, dalla Asl in quanto inadeguata). Ma i test sierologici sono altra cosa rispetto ai tamponi rapidi da dover eseguire su persone al 10° giorno di isolamento fiduciario o su soggetti entri a contatto con positivi.
Quel che è certo è che la Asl dovrà garantire ai medici di base i dispositivi di sicurezza. Ed è quello che le “cooperative” dei medici di base hanno chiesto.
Stando a quanto si apprende (e lo conferma il sindaco di Notaresco, Diego Di Bonaventura, sul proprio profilo Fb) “la Asl ha comunicato che dalla prossima settimana saranno operative sei postazioni “drive” in tutta la provincia di Teramo per velocizzare la gestione e snellire le file”
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