Le parole dell’amministratore delegato della Teramo Ambiente sono la dimostrazione più evidente dell’atteggiamento arrogante e al tempo stesso poliziesco di chi non solo dopo anni ancora non ha ben compreso compiti e limiti del proprio ruolo, ma bensì si spinge addirittura oltre provando a fare una ricostruzione pittoresca di quello che è il compito del Sindaco di Teramo.
Di questi tempi, sarebbe troppo comodo soffiare sul vento dell’antipolitica e del populismo, ricordando al dottor Pelagatti come il Sindaco D’Alberto sia stato democraticamente eletto dai cittadini teramani, a differenza di un amministratore delegato nominato dalla curatela fallimentare. Così come sarebbe davvero bassa politica invitare il dottor Pelagatti a dispensare i suoi consigli politici al Sindaco con il quale lui stesso si è candidato nelle liste di Forza Italia, che a distanza di un mese ancora non riesce a mettere insieme la giunta di Pescara. Ma la Teramo Ambiente merita il massimo rispetto, i lavoratori meritano massimo rispetto, i teramani meritano massimo rispetto: e allora si resiste a queste tentazioni e si resta sul tema.
All’amministratore delegato sfugge forse una questione che è di vitale importanza per fare opera di verità e rifuggire ogni tentativo di narrazione parziale o peggio mistificata. Quando si rapporta con il Comune di Teramo, deve aver ben presente non solo che chi ha davanti è socio al 49% dell’Azienda e detiene ancora il 49% nel MoTe (socio al 2% di TeAm), ma bensì si tratta dell’unico committente che affida servizi a TeAm e quindi la tiene in vita in una situazione di evidente difficoltà. Per semplificarla ulteriormente: si può discutere sul dove iniziano i problemi di una SpA nata nel 1995 dalla lungimiranza dell’amministrazione Sperandio e poi finita nelle logiche spartitorie di una certa classe politica; e su questo chi scrive certamente ha l’onestà intellettuale di riconoscere come eventuali responsabilità non possano ricadere su chi oggi ricopre ruoli in TeAm come il dott. Pelagatti; tuttavia è insindacabile che se il Comune di Teramo decidesse di affidare il servizio ad altri, la società verrebbe definitivamente spinta giù dal precipizio. Per questo come Amministrazione sentiamo il peso della responsabilità, me non possiamo sottrarci dal pretendere rispetto non tanto per noi, quanto per l’istituzione che rappresentiamo. Ed è per questo che ogni richiesta di documentazione non deve essere letta come un’ingerenza, ma bensì come l’esercizio di prerogative proprie del legale rappresentante sia del Socio pubblico che del committente.
Questa precisazione e distinzione si rende necessaria anche per chiarire una volta per tutte un’altra tematica riportata in maniera superficiale dall’A.D. di TeAm: le somme stralciate sul Pef 2018 e sul previsionale 2019 sono state contestate dal Consiglio Comunale e non dal solo Sindaco, poiché erano riferite a scelte societarie che nulla avevano a che vedere con il Piano economico finanziario del servizio di igiene urbana. In altre parole alcuni costi e servizi che la Società ha evidentemente sostenuto non dovevano e non devono andare ad essere spalmati sulle bollette degli utenti teramani, non devono essere scaricati su chi usufruisce del servizio. Ciò non toglie che tali spese, una volta accertato quali di queste siano legittime e quali no, dovranno essere ripartite proporzionalmente tra i soci dell’azienda stessa.
Su questi temi sento la necessità di intervenire perché non sono a conoscenza di come si tenessero in passato i rapporti tra Comune e TeAm, anche se dalle parole dell’A.D. e da alcune prassi che si stanno riscontrando, sembra possibile intuire come spesso si sia trattato di un rapporto privato e/o privatistico riservato al solo Sindaco: altrimenti risulta difficile comprendere come sia stato possibile votare in Consiglio Comunale in un modo e poi andare in direzione diametralmente opposta in sede di CdA dell’azienda, facendo tante volte esprime il Consiglio Comunale stesso in assenza di documento vitali per un’attenta analisi. Quel che è certo è che, però, su questo aspetto, l’aria sia decisamente cambiata: il Sindaco D’Alberto non è un uomo solo al comando, non è una scheggia impazzita, ma il portatore di istanze che provengono da un organo collegiale che chiede discontinuità rispetto al passato. E che piaccia o meno al dottor Pelagatti, quell’organo è la massima rappresentanza istituzionale della comunità teramana.
In conclusione è doveroso per me esprimere solidarietà ai lavoratori, ai loro rappresentanti e alle organizzazioni sindacali, oggetto anche loro dell’attacco erga omnes di oggi da parte dell’amministratore delegato, quasi a voler costruire una narrazione del “o con me o contro di me”: così come il Consiglio Comunale, i lavoratori meritano rispetto e il ringraziamento per quanto quotidianamente fanno e hanno fatto in passato, accettando sacrifici significativi, dimostrando la propria affezione per un’azienda che è nata con loro e grazie a loro e che con loro oggi deve rinascere.