Il ministro dell’Economia Giovanni Tria è rientrato ieri dal viaggio in Asia e subito si è trovato a doversi confrontare con il problema del ristoro dei risparmiatori coinvolti nel crac delle banche. Non cade infatti il pressing perché il ministro firmi al più presto il decreto che darà il via alle procedure per l’assegnazione dei rimborsi a pioggia che il governo ha quantificato in circa 1,5 miliardi di euro.
Intanto ieri si è fatta strada una mozione per chiedere al governo di esigere dalla Commissione europea i danni per aver provocato le crisi bancarie: l’hanno depositata i senatori di M5s e Lega dopo che il Tribunale Ue ha annullato la decisione della Commissione sul caso Tercas. Lo scrive stamattina il quotidiano Il Messaggero a pagina 18 del Nazionale.
Nella mozione si invita il governo a chiedere i danni per la Popolare di Bari ma anche per i riflessi sulle «crisi bancarie successive, quali Veneto Banca, Popolare Vicenza, Mps, Carige.
Secondo stime «prudenziali», i danni ammonterebbero ad «almeno 12 miliardi» per le conseguenze subite dagli istituti di credito. E non si fa riferimento al danno-Paese che tutto ciò ha determinato.
La sentenza Tercas, scrivono i senatori, sconfessa «le decisioni ed i dinieghi preventivi della Commissione agli interventi del Fondo Interbancario di tutela dei depositi sui salvataggi bancari e certifica che l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi non poteva essere impedito, come invece è stato fatto dalla Commissione». Per i senatori della maggioranza (la mozione porta come prime firme quella di Daniele Pesco e Alberto Bagnai), «risultano oggi evidenti una serie di responsabilità, le quali hanno causato danni economici enormi al Paese, ai risparmiatori, al sistema bancario ed, in particolar modo, alle banche medio piccole».
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La mozione include tra i danni quello della «perdita di fiducia da parte dei correntisti, incalcolabile e probabilmente foriero degli ulteriori collassi bancari, che si sono poi succeduti». Per M5s e Lega, stando alle regole del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, «da una sentenza di annullamento deriva l’obbligo per l’istituzione che ha adottato l’atto, di disporre un «ripristino adeguato della situazione del ricorrente». Quindi, «come da giurisprudenza consolidata, può essere sollevata la questione di responsabilità extracontrattuale dell’Unione» perché a giudizio dei senatori sono soddisfatte tutte le condizioni necessarie.
Per questo la mozione impegna il governo a quantificare i danni causati dalle conseguenze dirette ed indirette della decisione relativa agli aiuti di stato su Banca Tercas, annullata poi in data 19 marzo 2019 dal Tribunale dell’Unione europea «e ad attivarsi» al fine di richiedere il totale risarcimento dei danni». Tra questi quelli «derivanti dalla svalutazione eccessiva dei crediti in sofferenza».