Verrocchio vuole chiudere l'IC Giovanni XXIII:

PINETO. “In qualità di Sindaco di Pineto, desidero informarvi della difficile situazione che l’IC Giovanni XXIII – che si trova sul territorio comunale che ho l’onore di amministrare – sta vivendo a causa della difficile situazione legata al Covid-19. Mio malgrado, corro il rischio di essere costretto a firmare una ordinanza di chiusura dell’IC succitato poiché, a causa della quarantena disposta dalla Asl su due classi e su diversi docenti, il dirigente scolastico, Gaetano Avolio, ci ha comunicato l’impossibilità di assicurare la didattica in presenza in tutte le classi non potendo sostituire i docenti assenti posti temporaneamente in quarantena. Analizzando nel dettaglio quanto accaduto, mi preme rendervi nota la questione al fine di poter cercare dei correttivi per quanto di Vostra competenza e sensibilizzare verso le istituzioni competenti la risoluzione immediata delle problematiche rappresentate”. Inizia così la lettera firmata dal Sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, indirizzata al Direttore Generale della ASL Teramo Maurizio Di Giosia e del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Antonella Tozza, inviata per conoscenza anche al Presidente Regionale ANCI, Gianguido D’Alberto e al Presidente Nazionale ANCI, Antonio Decaro. Una richiesta di attenzione sulle problematiche che si stanno verificando e che, in assenza di rapide soluzioni normative che possano mettere la scuola nelle condizioni di gestire l’assenza temporanea dei docenti che devono eseguire il tampone e poter rientrare, vedrà i sindaci costretti ad andare incontro alle esigenze delle scuole con un’ipotesi di una ordinanza di chiusura temporanea non mossa da ragioni sanitarie, quanto di carenza di organico. 

“Sul fronte sanitario, – prosegue il primo cittadino nella missiva – quando una classe va in isolamento domiciliare, perché a contatto con un positivo al Covid-19 e con essa i propri docenti, la classe stessa va in Didattica a Distanza e non si crea alcun disservizio. Tuttavia, il docente che è a casa potrà seguire in DaD solo la classe in quarantena e non le altre classi in presenza. L’assenza dei docenti in attesa di un tampone può, quindi, bloccare anche 11 classi, come accade nel nostro IC (due classi in quarantena, 12 docenti in isolamento domiciliare). Per garantire la continuità didattica occorrerebbero, quindi, alcune modifiche alle procedure applicate. Tra le ipotesi, sarebbe opportuno un efficientamento della tempistica per la verifica della positività dei docenti facendo ricorso ai tamponi rapidi, o comunque effettuati in giornata con una risposta immediata al fine di consentire allo stesso, se negativo, di rientrare in presenza al più presto. Inoltre, quando la Asl comunica e attiva il protocollo dell’isolamento domiciliare, non stabilendo almeno una durata minima della stessa per i docenti, il dirigente scolastico è impossibilitato a procedere alla nomina di un supplente”. 

“Sul fronte scolastico – si legge ancora nella lettera – nel momento in cui la Asl dovesse stabilire un tempo minimo per poter procedere alla sostituzione, per le Scuole Secondarie di Primo Grado la normativa scolastica prevede che per la sostituzione di un docente occorrono almeno 15 giorni di assenza del docente titolare. Con la presente, Vi chiediamo di valutare la possibilità di derogare a tale regola, tenendo conto dell’emergenza in corso, e dare la possibilità di nominare un sostituto per casi di isolamento domiciliare a causa del Covid anche con minori giorni di assenza del docente. Altra questione è la didattica a distanza. Se gli istituti superiori possono decidere per l’attivazione della DAD autonomamente, per la Secondaria di Primo Grado non è possibile se non in presenza di una classe in quarantena, il che non tiene conto degli effetti che crea l’assenza di un docente sulle classi che sono a scuola in presenza. E’ necessario quindi consentire ai dirigenti scolastici di attuare la DAD anche per le altre classi che non sono in quarantena, qualora i loro docenti fossero in quarantena. Ciò permetterebbe – conclude Verrocchio – di andare incontro alla carenza di personale, di garantire la continuità didattica ed evitare i disagi causati alla didattica stessa”.