Pronto soccorso al collasso, reparti accorpati, carenza nelle cure, mancanza di personale”.
Sono solo alcune delle criticità, riguardanti la sanità abruzzese, su cui si soffermano la Cgil AbruzzoMolise, la Fp Cgil Abruzzo Molise e la Fp Cgil Medici e Dirigenti sanitari, che questa mattina hanno inviato una formale diffida all’assessorato regionale e ai direttori generali delle quattro Asl abruzzesi.
Nel corso di una conferenza stampa, i segretari delle tre sigle, Carmine Ranieri (Cgil Abruzzo Molise), Paola Puglielli (Fp Cgil) e Maria Piccone (Fp Cgil Medici e Dirigenti sanitari), hanno denunciato la difficilissima situazione in cui si trova la sanità abruzzese, “strangolata dalle carenze di personale che, in assenza di dati certi circa i Piani del Fabbisogno ed in concomitanza con le ferie estive, determina carenze nelle cure e accorpamento di reparti”.
Nella diffida inviata ad assessorato ed Asl, le tre sigle denunciano “l’attuale situazione dei Pronto soccorso abruzzesi, nei quali si adottano, nella tardiva ricerca di soluzioni anche per le criticità estive, procedure che di fatto sviliscono la professionalità degli operatori senza risolvere i problemi. La situazione è tale – sottolineano Ranieri, Puglielli e Piccone – che non si riesce neppure a garantire una adeguata risposta ai bisogni dell’utenza”.
I segretari denunciano, inoltre, “la grave situazione delle liste di attesa che, al pari delle attese nei Pronto soccorso, sviliscono il nostro servizio sanitario regionale: di fatto viene meno il diritto costituzionale ad essere curati”.
La Giunta Regionale – affermano Ranieri, Puglielli e Piccone – affronti seriamente il tema del rafforzamento della rete territoriale e della riorganizzazione di quella ospedaliera. L’acuirsi della situazione di emergenza nei presidi, con annunciate chiusure di Unità Operative, a cui si fa fronte con spostamento e turni aggiuntivi del personale, determina il peggioramento non solo delle condizioni di lavoro, ma anche dei servizi offerti alla cittadinanza. Tutto questo mentre continuano le bocciature della Regione Abruzzo sul tavolo nazionale di monitoraggio e aumenta la mobilità passiva extra regionale. Tradotto, vuol dire che i cittadini abruzzesi vanno a curarsi fuori regione”.
“Dopo due anni che chiediamo di sapere con quali dotazioni organiche vengono programmate le future reti ospedaliere e territoriali – dicono ancora i segretari – la Regione Abruzzo sceglie di non sottoscrivere nessun accordo quadro con le organizzazioni sindacali su tutte le possibili forme di superamento del precariato previste nella legge di Bilancio e, al contempo, ne modifica i principi generali prevedendo deroghe che rischiano non solo di generare paradossali effetti per lavoratrici e lavoratori precari della sanità, ma anche e soprattutto il prodursi di numerosi ricorsi ed il conseguente rallentamento delle attività di reclutamento. E’ ora di cambiare passo – concludono Ranieri, Puglielli e Piccone – i cittadini abruzzesi non possono attendere oltre”.