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Questa sera, martedì 17 Agosto, ore 21.30 il Monumentale Chiostro di San Francesco ospita la Traviata di Giuseppe Verdi, in nuovo allestimento con la regia di Giandomenico Vaccari. Diretta dal direttore bulgaro Dian Tchobanov, sul podio dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Pescara con il Coro Lirico d’Abruzzo preparato da Alberto Martinelli, l’opera accoglie un cast d’eccezione con la giovane star della lirica italiana Giulia Bolcato nel ruolo di Violetta, Rosolino Claudio Cardile nel ruolo di Alfredo e Fernando Cisneros in quello di Germont e con Maria Candirri (Flora), Ilaria Iris Facoetti (Annina), Lorenzo Martelli (Gastone), Alessandro Biagiotti (Il barone Douphol), Francesco Auriemma (Il marchese d’Obigny), Alessandro Ceccarini (Il dottor Grenvil).

 

La traviata è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave. È incentrata su La signora delle camelie, opera teatrale di Alexandre Dumas (figlio), che lo stesso autore trasse dal suo precedente omonimo romanzo. Viene considerata parte di una cosiddetta “trilogia popolare” di Verdi, assieme a Il trovatore e a Rigoletto. Per le rivoluzionarie e scabrose tematiche trattate, la perfezione melodica e l’asciuttezza ed efficacia delle orchestrazioni, l’opera è considerata uno dei capolavori di Verdi ed una delle più grandi opere mai scritte; è l’opera più rappresentata al mondo nelle ultime cinque stagioni, con 629 recite.

“Mettere in scena La Traviata – dice il regista Giandomenico Vaccari – opera celeberrima e rappresentata in ogni parte del mondo e in ogni tempo, a partire da quel sei marzo del 1853 alla Fenice di Venezia, equivale, ancora oggi, ad un atto di coraggio e ad una riflessione obbligata sulla complessità della sua drammaturgia e sulla oggettiva divaricazione dei suoi significati fra due orizzonti temporali : Ottocento e Novecento. La Traviata è la prova tangibile di quanto nelle forme di coscienza e nelle rappresentazioni dell’emotività, il diciannovesimo secolo sia stato lunghissimo e abbia invaso ed accorciato il 900, giustamente considerato un secolo breve da ogni lato lo si guardi e percepisca. La storia di, Alphonsine Duplessis , Marguerite Gautier e Violetta Valery, queste le tre identità della protagonista, la prima realmente vissuta, le altre sue trasposizioni letterarie ed operistiche, nasce nel cuore dell’Ottocento parigino e corre nel tempo fino a trasformare l’eroina di Dumas e Verdi, in un’icona del secolo scorso, simbolo di un sentire femminile e vittima del grande conflitto tra donne e uomini che si sta ancora consumando a partire dall’apparizione delle famose suffragette”.

 

Il Festival di Tagliacozzo 2021 presenterà un’edizione della Traviata che ha lo scopo di indagare sui significati più profondi dell’opera a partire proprio dal Novecento letterario, tempo in cui si frantumano le certezze temporali e sentimentali dell’Ottocento.

“Nella Traviata paura e incertezza regnano sovrani – continua Vaccari. Cosa spinge un giovane borghese ad innamorarsi perdutamente di una prostituta di medio alto bordo e di essere da lei amato ancora più follemente? Cosa mette in moto questa terribile corsa nello spazio e nel tempo prima della fine della protagonista, corsa costellata di ricatti morali, violenze psicologiche, tardivi pentimenti e tardive riconciliazioni? Gli spettacoli sono delle risposte a questi interrogativi”.

 

Dice Jacopo Sipari, direttore del Festival: “La Traviata è l’opera delle opere. Erano anni che volevamo metterla in scena soprattutto con la regia di Vaccari, che è un autentico genio. Sono felice che quest’anno siamo riusciti a calendarizzarla in una rassegna che fino ad ora ci ha dato davvero tante soddisfazioni. Un’opera meravigliosa che tutti amano e che non poteva mancare nel nostro Festival”.

Info su tagliacozzofestival.com